11 Dicembre 2020
“Abbiamo avviato le procedure di raffreddamento, il primo passo verso lo sciopero nazionale, visto che sono tre anni che gli autoferrotramvieri e gli internavigatori attendono il rinnovo del contratto collettivo nazionale, un ritardo ingiustificato la cui responsabilità non è attribuibile ai sindacati”. Così dichiarano Filt-Cgil, FIT-CISL, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Fna, che spiegano: “dopo uno stop di alcuni mesi delle trattative a causa della pandemia, il confronto con le parti datoriali Asstra, Agens e Anav è nuovamente saltato”.
“Le tre associazioni datoriali – proseguono le organizzazioni sindacali – ci hanno recapitato un documento con contenuti irricevibili, ponendo elementi pregiudiziali, come la completa cancellazione del triennio contrattuale 2018-2019-2020, appena trascorso. Da parte nostra ribadiamo la disponibilità ad avviare il confronto per il nuovo contratto 2021/2023 che sappia intercettare il cambiamento del sistema industriale, orientato alla mobilità green e all’introduzione delle nuove tecnologie. Il confronto va ripreso subito a partire dal riconoscimento economico immediato per il triennio 2018-2020 alle lavoratrici e ai lavoratori del trasporto pubblico locale, che anche in questa fase di emergenza sanitaria svolgono il lavoro in modo esemplare, mettendo a rischio la propria salute”.
“Siamo determinati – affermano Filt-Cgil, FIT-CISL, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Fna – ad andare avanti fino alla mobilitazione di tutto il settore per ottenere un adeguamento salariale e normativo e tutelare lavoratrici e lavoratori del tpl che quotidianamente sono esposti a rischi di aggressioni sulle quali le aziende non sono riuscite ancora a individuare soluzioni efficaci”.