La norma costituzionale che riconosce il valore della partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa non è ancora attuata. Le innovazioni dei processi tecnologici e organizzativi richiedono però al lavoratore di essere fattore decisivo della competitività e di condividerne il rischio nel mercato globale.
Occorre un cambiamento culturale verso un modello di relazioni industriali che determini un nuovo rapporto fra capitale e lavoro.
La democrazia economica è la via maestra per contrastare il passaggio ad un capitalismo non più “produttore” ma “predatore”, che uccide l’economia reale sacrificandola a obiettivi finanziari di breve periodo. Si muovono in questo senso le direttive europee sullo Statuto delle società e sui Diritti di informazione e consultazione e la legge nazionale sulla riforma del diritto societario, che ha introdotto il modello duale con i Consigli di sorveglianza accanto ai Consigli di gestione. In ambito sindacale e politiconil dibattito è avviato da tempo.