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Il decreto su: reddito e pensione di cittadinanza

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Documenti - Il decreto su: reddito e pensione di cittadinanza

28 Gennaio 2019

In attesa che il decreto sul Reddito di Cittadinanza (RdC) sia messo in Gazzetta Ufficiale riportiamo una sintesi dei principali contenuti del provvedimento che è stato concepito quale misura di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro e di contrasto alla povertà  che sostituirà , a partire dal 1° aprile 2019, l’attuale reddito di inclusione col quale presenta numerosi punti di contatto.

La platea dei beneficiari

Potranno accedere all’RdC i cittadini italiani, europei o lungo soggiornanti a condizione di risiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in via continuativa. Sono previsti dei vincoli economici e patrimoniali. In particolare il possesso di un ISEE inferiore a 9.360 euro, un valore del patrimonio immobiliare non superiore a 30.000 euro, un valore del patrimonio mobiliare, come definito a fini ISEE, non superiore a 6.000 euro, accresciuta di euro 2.000 per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di euro 10.000, incrementabile di ulteriori euro 1.000 per ogni figlio successivo al secondo. I massimali vengono ulteriormente incrementati di euro 5.000 per ogni componente con disabilità .

Per avere diritto al RdC è necessario anche rispettare un valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui (9.360€ se si è in affitto) che sale in base ad una scala di equivalenza graduata in funzione del numero dei componenti. Nello specifico la soglia cresce del 40% per ogni per componente con più di 18 anni e del 20% per ogni minore sino ad un massimo del 210% della cifra base. Se il reddito è corrisposto ad un nucleo in cui sia presente un individuo con almeno 67 anni il reddito assume la denominazione di Pensione di Cittadinanza e la soglia di reddito familiare base è di 7.560 euro (630 euro al mese) anziché 6mila euro fermo restando il valore di 9.360 euro se si è in affitto.

Vi sono poi alcune disposizioni che limitano la disponibilità  di autoveicoli, motoveicoli, navi e imbarcazioni da diporto. Per la Pensione di cittadinanza, i requisiti di accesso e le regole del beneficio economico sono le medesime del RdC.

Gli importi

Il beneficio economico consiste in due voci. La prima è un’integrazione vera e propria al reddito che può raggiungere un massimo di 500 euro al mese nel caso di nucleo con un solo componente (630 euro nel caso di pensione di cittadinanza). Alla tale cifra si aggiunge un contributo per il pagamento del canone di affitto (corrisposto solo alle famiglie in locazione) fino ad un massimo di 3.360 euro annui (1.800 euro per i titolari della pensione di cittadinanza): ulteriori 280 euro al mese per i primi e 150 euro per i titolari di pensione di cittadinanza. La somma delle due voci determina un totale di 780 euro al mese

che aumenta in caso di nuclei numerosi a seconda della scala di equivalenza. L’importo naturalmente è teorico perché ove si percepiscano redditi di qualsiasi natura (salvo quelli non sottoposti alla prova dei mezzi, come ad esempio, l’indennità  di accompagnamento) il beneficio economico si riduce in misura equivalente. Si può subito intuire che per gli ultra 67enni soli e sprovvisti di redditi e già  titolari di pensione o assegno sociale e delle relative maggiorazioni sociali previste a legislazione vigente l’introduzione della pensione di cittadinanza non fornirà , quindi, sensibili vantaggi.

Durata

La durata l’RdC decorre dal mese successivo a quello della richiesta ed è riconosciuto, fermo rimanendo il possesso dei requisiti, per un periodo continuativo non superiore ai diciotto mesi. Può essere rinnovato, previa sospensione di un mese. La sospensione non opera nel caso della Pensione di cittadinanza. Il RdC viene riconosciuto dall’INPS ed è erogato tramite la Carta RdC. Ai beneficiari sono estese le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e quelle riguardanti la compensazione per la fornitura di gas naturale riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate.

Come richiederlo

L’Inps è l’ente che provvederà  a farlo erogare, i Comuni sono stati sollevati dall’onere di ricezione e di istruttoria delle domande, inoltre, è previsto un contributo ai CAF per le attività  di attività  di assistenza nella presentazione della dichiarazione a fini ISEE, nonché per aiutare le persone a fare domanda.

Per il RdC è previsto un limite di spesa complessivo, fissato dalla legge di bilancio 2019, il cui rispetto è affidato all’INPS.

Politiche attive

Il decreto sul RdC non prevede solo il sussidio ma definisce quali sono i criteri di politica attiva per la ricerca del lavoro. I centri per l’impiego e i servizi sociali dei Comuni avranno il compito di stipulare con i beneficiari del RdC un Patto per il lavoro o un Patto per l’inclusione sociale, che si sostanziano in un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale.

I Centri per l’impiego avanzeranno delle proposte di lavoro, nei imiti di seguito riportati, che dovranno essere accettate pena la perdita del RdC. Nello specifico: entro i primi 12 mesi, la prima offerta di lavoro potrà  arrivare nel raggio di 100 km – 100 minuti di viaggio; se viene rifiutata la seconda offerta potrà  arrivare nel raggio di 250 km, e se anche questa viene rifiutata, la terza offerta potrà  arrivare da tutta Italia.

Dopo il primo anno, anche la prima offerta potrà  arrivare fino a 250 km, mentre la terza potrà  arrivare da tutto il territorio nazionale; dopo i 18 mesi tutte le offerte possono arrivare da tutto il territorio nazionale.

Per le famiglie con persone con disabilità , le offerte di lavoro non potranno mai superare i 250 km.

Se il richiedente è “adeguatamente formato”, dovrà  siglare il Patto per il Lavoro con un Centro per l’Impiego o un’Agenzia per il Lavoro. Se ha bisogno di ulteriore formazione, siglerà  il Patto per la Formazione con Enti di formazione bilaterale, Enti interprofessionali o Aziende. Se non è in condizione di lavorare, siglerà  il Patto per l’Inclusione Sociale che coinvolgerà  sia i servizi sociali che i Centri per l’Impiego.

Nell’ambito del Patto per il Lavoro e del Patto di Inclusione, i beneficiari saranno tenuti a partecipare a progetti utili alla collettività  predisposti dai comuni, fino ad 8 ore settimanali.

Sono esonerati dal sottoscrivere il Patto per il Lavoro e il Patto di Inclusione: gli individui con disabilità  tale da non consentire un accesso al mondo del lavoro; le persone che assistono figli di età  inferiore ai 3 anni oppure individui non autosufficienti.

Reddito di cittadinanza, sarà  escluso chi: non sottoscrive il Patto per il Lavoro o per l’Inclusione sociale; non partecipa alle iniziative formative e non presenta una giustificazione; non aderisce ai progetti utili per la comunità  predisposti dai Comuni; rifiuta la terza offerta congrua; non aggiorna le autorità  competenti sulle variazioni del proprio nucleo;

Incentivi alle imprese

Il Decreto prevede anche una serie di incentivi per le imprese che assumano i beneficiari del RdC in questi due casi: se l’azienda assume con contratto a tempo indeterminato e non licenzia il lavoratore per almeno due anni è previsto uno sgravio contributivo pari alla differenza tra 18 mesi di RdC meno le mensilità  già  fruite; alla differenza tra 19 mesi di RdC meno le mensilità  già  fruite se si assumono donne e/o soggetti svantaggiati. Tale importo non può essere inferiore a 5 mensilità  e a 6 per donne e soggetti svantaggiati.

Se l’assunzione avviene tramite un’agenzia privata accreditata, l’importo dell’assegno di ricollocazione viene diviso fra azienda ed agenzia. L’assegno di ricollocazione è quel bonus che il lavoratore può spendere presso enti accreditati (come agenzie per il lavoro) e CPI, e che gli permette di ricevere un servizio di assistenza intensiva alla ricerca di occupazione da parte di un centro per l’impiego o di un ente accreditato ai servizi per il lavoro.

Esiste poi un terza forma di incentivo. Nel caso in cui il beneficiario decida di avviare un’attività  in proprio entro i primi 12 mesi di fruizione del RdC continuerà  a ricevere il benefico per ulteriori sei mesi.

Durata

Il reddito di cittadinanza dura 18 mesi, alla scadenza ci sarà  una sorta di “tagliando”. Se il percettore è ancora in possesso dei requisiti richiesti la misura potrà  essere rinnovata di ulteriori 18 mesi.

Sanzioni

L’articolo 7 del Decreto disciplina le sanzioni per beneficiari del RdC, distinguendo tra sanzioni penali in caso di utilizzo o presentazione di dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere o di omissione di informazioni, con pene che arrivano fino a sei anni di reclusione. Nel caso di comportamenti inconciliabili con gli impegni sottoscritti nei Patti per il lavoro e nei Patti per l’inclusione sociale la sanzione prevista è la sospensione o la revoca del beneficio.

Come si spende

La card del RdC sarà  una carta acquisti erogata da Poste italiane che permette di effettuare prelievi in contanti entro un tetto mensile di 100 euro per singolo individuo. Al fine di contrastare fenomeni di ludopatia, è fatto divieto di utilizzare la carta per giochi che prevedono vincite in denaro.

Il Dipartimento Politiche Sociali

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